18/04/2024

Tech & Blackberry Italia News

App, smartphone, digital: la miglior tecnologia a portata di mano

Tecnologia e strumenti per iniziare a coltivare cannabis autofiorente

Tecnologia e strumenti per iniziare a coltivare cannabis autofiorente

Tantissime persone, ogni giorno, iniziano per hobby a coltivare cannabis in casa. Soprattutto quando si parte da zero o, per motivi di lavoro, non si ha tanto tempo da dedicare alle piantine, una buona idea è quella di orientarsi verso le varietà autofiorente nel momento in cui si decide di comprare semi di cannabis online.

In virtù della presenza di cannabis ruderalis, varietà originaria della Siberia indi programmata biologicamente per crescere a temperature estremamente rigide e per essere a dir poco resistente, le piante di cannabis autofiorente si prestano bene alle situazioni in cui, privi di esperienza, può capitare di incorrere in errori.

Per partire con il piede giusto, è fondamentale essere consapevoli delle strumentazioni e delle tecnologie giuste per iniziare. Quali sono? Scopriamolo assieme nelle prossime righe di questo articolo.

Coltivare cannabis autofiorente: gli strumenti fondamentali per partire

Per coltivare cannabis autofiorente, è necessario, a prescindere che si proceda indoor o outdoor, disporre di vasi sufficientemente capienti. Da scegliere possibilmente di colore scuro, dovrebbero avere, se possibile, una capacità compresa tra i 7 e 15 litri. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante in quanto il vaso iniziale per le autofiorenti dovrebbe essere quello definitivo.

Le piante di cannabis a cui è dedicato questo articolo, infatti, sono troppo piccole e crescono troppo in fretta – attenzione, non sono fotoperiodiche e proliferano sulla base dell’età – per resistere ai traumi dei rinvasi.

Un altro alleato imprescindibile dell’inizio della coltivazione della cannabis a carattere autofiorente è il terriccio. Esistono miscele ad hoc già pronte in commercio ma, se si ama l’idea di sporcarsi le mani e di essere ancora più protagonisti del proprio hobby, una buona idea è la realizzazione casalinga.

Sceglierla vuol dire procurarsi fibra di cocco, fondamentale per tenere lontani i parassiti, ma anche torba e perlite per favorire il drenaggio del terreno. Un altro ingrediente molto utile per il terriccio destinato alla cannabis autofiorente è la vermiculite. Grazie a questo minerale, si può dare una svolta notevole alla qualità del terreno e, per esempio, aumentare la sua aerazione.

Tutto questo, cosa essenziale, avviene senza modificare il pH. Questo valore dovrebbe viaggiare tra 6,2 e 6,7. I valori vanno controllati costantemente. Per farlo, è bene procurarsi un piaccametro, un apparecchio elettronico che permette di misurare il pH di un liquido, ma anche di una massa solida come può essere il terriccio di una pianta, in pochi secondi. Il costo di questo strumento si aggira attorno ai 20/30 euro e online si trovano tantissimi modelli.

Tecnologie fondamentali per coltivare la cannabis autofiorente

Apriamo ora la parentesi relativa alle tecnologie per illuminare la cannabis autofiorente coltivata indoor. Le alternative da chiamare in causa sono diverse, ognuna con diversi vantaggi e svantaggi.

Una delle opzioni più apprezzate è senza dubbio il ricorso al LED di nuova generazione. Oggi come oggi, queste lampadine hanno raggiunto e superato i livelli tecnici degli apparati HID per l’illuminazione di piante coltivate in spazi interni.

Un motivo per cui il loro utilizzo è spesso raccomandato da parte dei breeder esperti a chi inizia da zero a coltivare cannabis autofiorente riguarda il fatto che, producendo meno calore, provocano meno stress alle piante. Considerando, come già detto, che le piante di cannabis autofiorente hanno un ciclo di crescita molto rapido, il fatto di essere sottoposte a un basso livello di stress è per loro fantastico!

Ricordiamo altresì che, in virtù della peculiarità sopra menzionata, le piante possono essere posizionate più vicino alla luce. Il risultato? Rese decisamente soddisfacenti!

Entrando nel vivo delle peculiarità che dovrebbe avere un impianto LED per la coltivazione della cannabis autofiorente, rammentiamo i vantaggi dei cosiddetti LED COB (acronimo per cheap on board).

Di cosa si tratta? Di lampade formate da tanti piccoli LED uniti tra loro che emettono una luce bianca e brillante.